Recensione: "Nives", Sacha Naspini

«Il passato è pieno di fantasmi. Per tutti. Così è e così sempre sarà.»

Nives Cirellani non versa neppure una lacrima quando muore il marito. Stupisce la sua durezza, rifiutando persino l’aiuto di sua figlia, aiuto dietro al quale scorge doppi fini non sinceri. Starà benissimo da sola.

Ne è conventa finché scende la notte e si trova faccia a faccia con la solitudine. È a questo punto che conosciamo Giacomina, una gallina che a Nives fa tanto simpatia perché diversa e decide di portarla a casa.

«Aveva sostituito Anteo con una gallinella zoppa. La cosa che le faceva impressione era questa: con Giacomina accanto, del marito non le mancava nulla. “Ho dato la vita a uno che poteva essere rimpiazzato da un pollo.»

Poi accade che Giacomina resti imbambolata davanti alla televisione, come ipnotizzata e Nives decide di chiamare il veterinario, Loriano Bottai.

Da questo momento il romanzo cambia…

Dalla gallina e della sua ipnosi, la conversazione passerà ai ricordi di gioventù.

I dialoghi secchi inchiodano e la semplicità disarmante della narrazione ci fa apprezzare lo stile intelligente e la scrittura precisa e incisiva di Sacha Naspini. E' riuscito a costruire una sceneggiatura comica con poche pagine.

Un romanzo breve e inaspettato.

È stato il mio primo libro dell'autore e mi piacerebbe leggere altro di lui.

Commenti

Articoli più letti